Anche la codifica 3G è a rischio intercettazione

Anche la codifica 3G è a rischio intercettazione

Tempi duri per la sicurezza dei nostri cellulari: è di poche settimane fa la notizia che la codifica A5/1, usata dagli operatori GSM è stata decodificata da un hacker tedesco e rischia di essere resa pubblica a danno della privacy delle nostre conversazioni.

Oggi invece sembra che anche il sistema di criptaggio che regola le conversazioni secondo lo standard 3G, chiamato Kasumi, sia stato attaccato con una procedura che richiede soltanto alcune ore su un normale PC, e che il risultato di tale attacco sia stato quello di ottenere accesso alla rete.
La tecnica di codifica 3G, chiamata Misty è piuttosto complicata, poiché utilizza una serie di chiavi multiple, ma tale complessità la rende pesante da utilizzare. Pertanto è stato applicato ad essa il sistema Kasumi, con lo scopo di rendere più rapida la codifica.

Sfortunatamente, questa mossa sembra aver creato problemi in termini di sicurezza, ed ora gli utenti dei cellulari di terza genereazione si chiedono se le loro conversazioni siano realmente sicure.
Per essere veramente al sicuro da intercettazioni, è pertanto consigliabile dotarsi di un secondo livello di codifica e di criptaggio, tramite l’utilizzo di un cellulare criptato a prova di intercettazione.

Infatti, i cellulari criptati sono dotati di una ulteriore chiave di sicurezza a 256 bit, ben più sicura di quella a 128 bit usata dalla rete GSM normale; usando due cellulari in possesso della stessa chiave di codifica, si rende impossibile l’accesso da parte di eventuali ascoltatori non autorizzati, che potrebbero soltanto ascoltare un rumore indistinguibile.

Quindi, anche se le moderne reti cellulari si stanno dimostrando sempre più a rischio per la nostra privacy, la maniera di difendersi esiste certamente!

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